☞ suona poesia, abstract



Poesia e musica, i suoni della poesia, poesia e performance - quali sono le distinzioni e le sovrapposizioni tra questi frame? Abbiamo bisogno di un nuovo elenco di definizioni? Di rinnovare il nostro glossario? Sono davvero esperienze tra loro così distanti e per quali ragioni dovremmo distinguerle? Che ruolo giocano, o possono giocare, nella diffusione della poesia? Quali percorsi di ricerca le riguardano e con quali finalità? Questi sono gli argomenti che inneschi e convocati lambiranno in questo incontro. A una settimana dall'evento, per favorire la partecipazione delle persone convocate, su questa pagina saranno pubblicati gli abstract degli interventi:


Abstract Tommaso Ottonieri:
Non il suono fonato, ma la sua traccia: il tempo svanente del suo tracciarsi, il solco opalescente, che ne pulsa, l’aver tagliato lo spessore della lingua il reticolo delle mute sintassi; la curva, che il senso (non verbalizzabile) o semmai il sensorio riceve dall’imprimersi d’impercettibile forse impercetta traccia – ombra acusmatica – tra le pieghe del gesto linguistico, che lavora a testurare da quel solco beante, dal fondo di quell’ombra. La musica (meglio, il suono) non esito, esecutorietà della testura (partitura linguistica, lingua partita, s/composta degli strati del suo concrescere dal riverberare del silenzio, delle mosse del suo delocalizzarsi quando il codice, la sua semantica, ha disposto l’assedio), ma ciò che spinge alla radice del fare-testo, la sua onda impressa invisibile nell’aria che si raddensa intorno al dire, al mistero in-sensato del linguaggio (poetico). E la questione, aperta, resta quella non dell’esprimere (cosa) ma dell’imprimere; (dal suono, il tempestarsi scheggiato di ciò che è (non ancora) il mondo).

Abstract Gabriele Stera:
Soprattutto questa cosa suona. Ma quando e come? Dove insomma, dove diamine suona? Questa cosa come uno strumento idiofono suona in sé, pure se ci si industria a silenziarla. Il suono resta l'orizzonte negativo di ogni scritto, lo scritto è la citazione logica del detto, l'utensile della critica dell'immaginazione. Perché il suono ha come un problema col mondo, non riesce a denotare nulla, dirada tutto, fuma il senso, insomma lo diffonde a nuvola: sgrana l'antilope. È un grande magazzino semiotico preposto al 'voler capire e capirsi' (oh quanto efficiente nel volere, quanto deficiente nel capire). Qui è dove stanno i carri, quindi questo è il fronte, il dannato muro del suono, giochiamo alla guerra qui. Che sia la uno, la due o la tre poco importa ormai se la zero-dimensione bussa insistente. Questo ci interessa sopra ogni cosa, la ricerca di una scusa plausibile per continuare la sacrosanta rissa del linguaggio in terra di confine, nonostante morte digitale incomba.

Abstract Lello Voce:
Argomenti: 1) La poesia unica arte che ha cambiato medium di trasmissione. Gli aspetti analfabeti di ogni poesia, 2) la natura pluriversa della poesia. 3) scripta volant verba manent, 4) le conseguenze dell'accelerazione sui rapporti tra scrittura e oralità, 5) accenni alle tecniche di composizione di un pluriverso, un'opera che comprenda scrittura, oratura e tra-duzione musicale.

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